Come certificato dai principali organi contabili della Repubblica italiana – Corte dei Conti, Conti Pubblici Territoriali, Ragioneria generale dello Stato –, dai centri statistici e dai centri di ricerca socio-economica – ISTAT, EUROSTAT, Svimez, Eurispes –, almeno a partire dal 2000, a Costituzione del tutto rovesciata, ai cittadini del Sud Italia vengono scippati circa 60 miliardi di euro di spessa pubblica complessiva l’anno e secondo il neo-presidente del Movimento 5 Stelle (M5S) Giuseppe Conte la priorità del suo partito deve diventare quella di fare ripartire la “locomotiva” Nord proprio per garantire lo “sviluppo del Sud”, e non già quella di perequare la spesa pubblica ordinaria.
Nel corso degli ultimi venti anni, proprio in ossequio alla teoria etno-liberista della “locomotiva” Nord, verso il Sud sono “sgocciolati” e continuano a “sgocciolare” diritti negati e limitati – asili nido, tempo pieno a scuola, ospedali, medici, assistenti sociali, trasporti, etc. – e il foggiano Conte dichiara sul “Corriere della Sera” di volere dedicare “particolare attenzione a tutta la questione settentrionale”, e non già di garantire l’uguaglianza formale e sostanziale nella fruizione dei diritti.
Sempre nel corso degli ultimi due decenni, in ossequio alla centralità della presunta “questione settentrionale”, non solo si è acuito lo storico divario tra il Nord e il Sud di un Paese sempre più diviso e diseguale, ma lo stesso intero sistema Paese è entrato in stagnazione, le regioni del Centro Italia si sono impoverite e quelle del Nord sono arretrate rispetto all’Europa e Conte, riecheggiando le posizioni del liberista bocconiano Guido Enrico Tabellini, ciancia di leggi speciali per Milano, la città che in realtà tutto vuole e nulla restituisce.
Al di là delle menzogne ideologiche che caratterizzano la sua “letterina” di scuse ai poteri forti del Nord per avere dato l’“immagine di una forza politica prevalentemente concentrata a recuperare il divario che il Meridione soffre rispetto al resto dell’Italia”, finalmente il M5S e lo stesso Conte hanno gettato la maschera e date le loro premesse, la centralità della “questione settentrionale”, di fatto, iscrivendosi nel Grande Partito Trasversale del Nord, intendono alimentare ulteriormente i processi di impoverimento e desertificazione sociale, economica, demografica, civile e culturale di un Sud sempre più sedotto ed abbandonato.