Nel corso delle ultime settimane, l’economista Gianfranco Viesti, autore del famoso saggio Verso la secessione dei ricchi?, ha denunciato dalle pagine dl “Mattino” la mancanza di rigore, di dibattito pubblico e di trasparenza che caratterizza la gestione dei circa 220 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Dopo avere ricostruito i fatti relativi alla “scarsa trasparenza del Recovery Università”, che, nella sua ultima versione, denuncia Viesti, rispetto al vincolo di spesa del 40% delle risorse del Pnrr al Sud, ha sottratto a quelle meridionali quasi 80 milioni di euro, l’economista pugliese pone la seguente domanda: “Possibile che decisioni così rilevanti siano prese con queste modalità, e che la Presidenza del Consiglio e la Cabina di regia – cui spettano compiti generali di supervisione – non intervengano?”
In tutta umiltà e con il massimo rispetto per la figura, la produzione scientifica e l’impegno pedagogico-civile di Gianfranco Viesti, non si può non osservare che sì è possibile che tutto ciò accada, in quanto è coerente con il quadro complessivo dell’azione del Governo Draghi.
Governo dei sedicenti “migliori” che da un lato dichiara di volere ridurre lo storico divario Nord-Sud e dall’altro non solo lo alimenta assegnando, ad esempio, fondi per gli asili nido a Milano e non a Venafro, non solo lo perpetua confermando il criterio della spesa storica per la ripartizione delle risorse pubbliche complessive pro-capite anche per il 2022, ma addirittura mira pure ad istituzionalizzarlo tramite l’attuazione dell’autonomia differenziata richiesta dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna.
E il Governo Draghi alimenta il divario Nord-Sud e tutte le altre diseguaglianze territoriali, di genere, sociali e generazionali perché è espressione di forze politiche classiste ed antimeridionali, in primis la Lega Nord e il Partito democratico.
I “lupi” non diverranno mai “cani pastore”. Gli “agnelli” devono salvarsi da soli e lo devono fare anche in fretta.